“Vi racconto mio padre prigioniero di guerra in India”
Pino Nano
“Intellettuale cosentino trapiantato poi a Crotone, e in prima fila per quasi tutta la sua vita sul fronte dell’analfabetismo, lascia tracce importanti del suo impegno nel mondo della scuola e favore della scolarizzazione in Calabria, ma anche come amministratore della città di Crotone”.
Appena fresco di stampa l’ultimo saggio della collega Marilina Intrieri, “Pagine di guerra dimenticate- Un combattente in Africa orientale Italiana prigioniero di guerra in India”. (Edizione Falco), un libro che racconta la storia di guerra e di prigionia nel corso della Seconda guerra mondiale di Michele Intrieri, suo padre, sottotenente in forza alla XXIV divisione coloniale sul fronte sud dell’Africa Orientale Italiana, assegnato al comando del settore Adama, la capitale della regione dell’Oromia, in Etiopia, in territorio dichiarato in stato di guerra dall’11 giugno 1940.
“Mio padre- racconta l’autrice- fu tratto prigioniero per fatto d’arma dall’esercito inglese il 17 giugno 1941 nella città etiope di Soddu, che si arrese ai britannici dopo una eroica resistenza dei soldati italiani della XXIV divisione coloniale ai quali venne tributato l’onore delle armi. Prigioniero in uno dei campi di detenzione inglesi in Africa, divenne prisoner of war (p.o.w.), uno dei 10.000 ufficiali italiani catturati in Africa, deportati in India dai britannici ed internato nei campi di concentramento di Bhopal e di Yol a 1800 metri di altezza alle pendici dell’Himalaya”.
Un saggio lucidissimo, pieno di riferimenti storici e di nomi legati a quegli anni e a quella stagione infelice della storia dell’Italia. Attraverso una accurata ricerca su documenti, mappe, lettere, ricordi di famiglia, il racconto -spiega Marilina Intrieri-richiama l’attenzione su un aspetto dimenticato e rimosso della II guerra mondiale sulla sorte di quei militari italiani che il Regno inglese, liberatore con gli U.S.A. dell’Italia dai nazifascisti, trattenne prigionieri anche dopo la firma dell’armistizio del settembre 1943”.
A giudizio della Intrieri, “Tale evento aggravò il dramma dei militari italiani che vissero la lunga prigionia in condizioni di estrema minorità e mortificazione, spesso derisi dai loro carcerieri/alleati, senza rispetto per la loro dignità, in spregio alle norme delle convenzioni internazionali, lasciati ignari degli accadimenti drammatici che si consumavano in patria a migliaia di km di distanza, privi di informazioni sulle famiglie, molte delle quali, come quella del protagonista, li considerarono defunti”.Fu solo verso la fine del 1945 che il governo Parri cominciò a restituire la libertà ai militari italiani prigionieri in India, molti dei quali poterono tornare in patria solo nell’agosto del 1946, alcuni addirittura nel 1947.
“La narrazione – sottolinea Marilina Intrieri– evidenzia le responsabilità del Governo italiano, che non si occupò di quegli italiani catturati in guerra mentre facevano il loro dovere di militari al servizio del Paese, mentre ben diversa fu la sorte dei prigionieri inglesi i quali, invece, intervenuto l’armistizio, furono immediatamente liberati”.
Addirittura, ricorda Marilina Intrieri– “gli stessi reduci scelsero per lunghi anni il silenzio sulla loro penosa prigionia lasciando cadere nell’oblio i ricordi di quella drammatica esperienza e di aver combattuto una guerra perduta. Un lutto non elaborato di cui in tanti non vollero parlare neanche con i familiari, o perché non vollero rattristarli, o forse perché temevano di non essere creduti. Lo stesso fenomeno che accomunò tutti i reclusi dei campi di concentramento nazisti. Troppi orrori, troppe morti, con trattamenti tutt’altro che umani verso persone private di dignità ed equiparate ad oggetti senza valore alcuno”.
A differenza di tantissimi altri però, il calabrese Michele Intrieri fu un ufficiale che ebbe l’onore delle armi al momento della cattura e decorato con la croce al merito di guerra, il riconoscimento dello Stato a coloro che si erano distinti in operazioni belliche di notevole importanza, avendo onorevolmente prestato servizio attivo in guerra con una condotta militare che li ha resi degni di pubblico encomio.
Con toni forti e con un’analisi serrata sui dettagli di quegli anni, Marilina Intrieri spiega e dimostra che sul conflitto mondiale si è scritto molto, “ma restano -dice- non pochi lati oscuri sulla storia di tanti giovani militari italiani che, più che da prigionieri di guerra, furono trattati da delinquenti comuni, condannati ad espiare inopinatamente la sola colpa di essere italiani”.
Mai romanzo così personale è mai stato anche così corale e generale, per i temi che richiama e per le ricostruzioni meticolose che fa di quegli anni e di quei protagonisti. Un saggio certamente utile agli storici locali perché dentro queste pagine c’è la storia di Michele Intrieri, ma che è anche una parte importante della storia del Marchesato di Crotone.
Nato a Celico il 13.12.1913, è a Crotone che Michele Intrieri conosce Elda Pitascio, bella e giovane ragazza di buona famiglia, con studi al liceo e laurea in giurisprudenza a Napoli nel ’41, figlia del medico delle ferrovie Cataldo e di Emilia Avarelli, colta e raffinata nobildonna crotonese. Michele si sposò con Elda e da Cosenza si trasferì quindi a Crotone. Ebbero quattro figli. Cataldo (penalista del foro di Roma), Francesco( primario chirurgo vascolare ) Marilina, (Deputata al Parlamento nella xv Legislatura), Donatella (docente delle scuole medie ).
Grande è stato il suo impegno nel crotonese, a partire dagli anni ’50, a contrasto dell’analfabetismo e avverso la rassegnazione di tante famiglie povere a perpetuare un destino di ignoranza per i figli. Uomo di solida cultura cattolica, al suo rientro dalla prigionia a Cosenza, una croce al merito di guerra ricevuta, iniziò subito, nel 1947, ad insegnare lettere e filosofia nei Licei Classici e scientifici di Cosenza, Catanzaro, Crotone.
All’inizio di quegli anni 60- ricorda Marilina Intrieri- con la riforma dell’unificazione della scuola media, si stava avviando il superamento dello stallo sull’obbligo scolastico, per molti degli studenti italiani, rimasti ancorati fino a quel momento alla riforma Gentile degli anni ’20. Dal ’59 al ’67 fu preside dell’Istituto tecnico industriale “Guido Donegani” di Crotone in una terra in cui per la gran parte dei giovani l’assenza di accesso agli studi era la condanna a perpetuare l’ignoranza ed il conseguente degrado socioeconomico.
Molti studenti sono rimasti a lui grati, memori di aver spronato le loro famiglie, con interventi continui, diretti e pressanti a coltivare gli studi dei figli in una terra di latifondo, il Marchesato di Crotone, che in pochi decenni aveva trasformato la sua tradizionale vocazione all’agricoltura estensiva in polo industriale avanzato. Sotto la sua direzione l’Istituto industriale in soli tre anni accolse 1700 studenti ed intensificò i rapporti con le direzioni generali delle fabbriche Pertusola e Montedison e con il polo industriale di Crotone per le attività di indirizzo nelle scuole di avviamento professionale. Col diffondersi degli studi tecnici e professionali l’occupazione del territorio crebbe. Grazie alla formazione intensamente concertata tra scuola e industria da lui promossa i diplomati crotonesi trovarono presto immediata occupazione all’interno delle fabbriche in tutta Italia. A lui si deve anche l’apertura della sede dell’istituto, in provincia di Catanzaro, a Chiaravalle centrale.
Grande anche il contributo di Michele Intrieri all’alfabetizzazione e agli studi nel territorio crotonese, moltissime le pagine positive di alfabetizzazione e studio condotte per migliaia di giovani, dove al Liceo classico sorto negli anni 30 (prerogativa dei pochi giovani di famiglie abbienti e acculturate) fu affiancato l’Istituto industriale che divenne fortemente funzionale all’importante polo siderurgico della città. Fu lui, nei fatti, il motore di questa importante esperienza formativa, punto di riferimento e guida fondamentale di quelle generazioni di studenti, contro ogni forma odiosa di classismo e per il riconoscimento di uguali diritti per tutti.
Il polo scolastico dell’istituto industriale di Crotone in quegli anni si fece un nome a livello nazionale come fucina di giovani energie, tecnicamente, moralmente, spiritualmente preparate che si inserirono con successo nel mondo del lavoro presso le maggiori industrie chimiche nazionali. Grazie all’azione illuminata dei pochi uomini di cultura di quegli anni di cui Michele Intrieri è stata massima espressione unitamente ai professori Bellusci, Bernardo, Bevilacqua, Regalino che guidarono il processo di scolarizzazione delle masse nella terra del marchesato di Crotone, un sempre maggior numero di giovani si avviarono a lavori, professioni e attività che ai loro padri sembravano irraggiungibili. Le storie personali e i successi professionali di alcuni di quegli studenti del tempo lo testimoniano: tra queste quella dell’illustre Accademico prof. Chidichimo, professore ordinario di chimica presso l’Università della Calabria, e del colonnello Francesco Lipira, sottocapo di comando del 3° Corpo d’armata.
Ma Michele Intrieri è stato anche promotore e protagonista di una intensa vita culturale insieme ad alcuni qualificatissimi esponenti della vita istituzionale e sociale con i quali sul finire degli anni 50 aveva fondato la locale sezione del Rotary club, il sodalizio sorto Chicago nel 1905 da Paul Harris per la dedizione al servizio della comunità per allargare lo scambio di conoscenze professionali divenendo, per un biennio, presidente della sezione di Crotone, sostenendo l’azione istituzionale a difesa della infrastruttura aeroportuale “Sant’ Anna” contro la dismissione a favore della riconversione ai voli civili con la nuova linea Crotone Roma.
Michele Intrieri dall’anno scolastico 1967/68 fu preside degli Istituti tecnico commerciale e tecnico per geometri verso i quali profuse lo stesso massimo impegno promuovendo l’apertura della sezione staccata dell’istituto tecnico commerciale di Cirò Marina. Il proliferare delle sedi decentrate degli istituti tecnici erano per lui elemento indispensabile nel quadro più ampio di industrializzazione della Calabria e del mezzogiorno attanagliato da una completa assenza di poli culturali e formativi. Furono anni di una intensa promozione sempre più fitta di schiere di giovani verso la istruzione tecnica secondaria. La Calabria era ancora priva di Atenei, in quegli anni, sarebbero sorti solo a partire dal 1972, avviando verso l’alta formazione tanti giovani calabresi e aprendo le porte alle ragazze fino a quel momento quasi completamente escluse dagli studi accademici, riservati fuori regione alle poche ragazze di famiglie agiate.
Nel 1967 Michele Intrieri diventa anche amministratore comunale di Crotone. Eletto con grandi suffragi consigliere comunale, è stato assessore, vicesindaco, Sindaco reggente, nel 1967.
Negli anni 70 fu sostenitore dei nuovi decreti delegati nella scuola, gli atti normativi emanati in Italia tra il ’73 e il ’74, primo testo organico sull’istruzione non universitaria dell’Italia repubblicana, venendo eletto primo presidente del Distretto scolastico crotonese. E nel 1983, in quiescenza dalla scuola pubblica continuò a profondere il suo impegno culturale, chiamato dall’arcivescovo di Crotone, monsignore Agostino a presiedere il Liceo linguistico “Nuova Europa”, promosso dalla curia arcivescovile. Autore di molteplici monografie sulla storia e sulla realtà calabrese, appassionato divulgatore del pensiero di Gioacchino da Fiore- racconta in un libro a lui interamente dedicato la figlia Marilina Intrieri- affiancò e sostenne l’opera del professore Giuseppe Gangale, filosofo, teologo, e glottologo di fama europea.
L’autrice del libro
Marilina Intrieri è una delle donne della politica italiana che hanno profondamente segnato la vita e la crescita della sinistra in Calabria.
Originaria di Crotone, sposata con l’avvocato Giuseppe Filippelli, è madre di due figli, Michele, avvocato, Docente universitario di Diritto privato e direttore di molteplici collane scientifiche, e Daria, giurista anche lei, “solicitor” a Londra.
Ma buon sangue non mente, si dice.
Suo padre era il preside Michele Intrieri, educatore molto amato e ricordato, sindaco reggente di Crotone nel 1977, ufficiale di guerra in Etiopia, catturato e deportato in India per lunghi anni e decorato. Sua madre, Elda Pitascio, dottoressa in Legge, fu tra le prime laureate in Italia in diritto, donna dalla solida cultura cattolica e che da sua figlia Marilina, in tema di formazione, ha sempre preteso il massimo.
Laureata in Giurisprudenza e in servizi giuridici per l’impresa con corsi post universitari in “management sanitario” e per “dirigenti della sanità” alla Bocconi di Milano, Marilina Intrieri è stata una delle donne più influenti, più ascoltate e più “toste” della politica in Calabria.
Non se la prenda se lo scrivo, ma io la ricordo anche come una delle donne più affascinanti e anche più interessanti della politica regionale.
Alle spalle ha un curriculum politico da fare impallidire i veterani della vecchia DC o del vecchio PCI.
Lei è stata dirigente nazionale della DC, del PPI, presidente nazionale dell’UDEUR, dirigente dei DS in direzione nazionale come vice responsabile degli enti locali e del Partito Democratico.
Giornalista pubblicista è oggi Presidente nazionale di Child’s Friends, associazione che si occupa della tutela dei diritti di cui è titolare la persona del minore, della condizione femminile e delle politiche sociali e Direttore responsabile della rivista trimestrale ”Diritto di famiglia e pedagogia della persona” Ad Maiora, esperta esterna del gruppo “ osservatorio giuridico” del Consiglio Nazionale Utenti presso AGCOM.
Deputata al Parlamento nella xv Legislatura, eletta nel 2006 con la lista dell’Ulivo, è stata membro delle Commissioni parlamentari Giustizia, Bicamerale per l’infanzia, e Politiche dell’Unione Europea.
Prima firmataria di diverse proposte di Legge tra le quali: “La riforma dell’ordinamento minorile e del processo civile minorile”, “ Modifiche al codice civile e altre disposizioni in materia di cognome e nome dei figli”, “ Promozione delle pari opportunità tra donne e uomini nelle elezioni politiche”, Marilina Intrieri è stata soprattutto Prima Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza della regione Calabria, dal 2010 al 2016, e prima ancora Presidente del Consorzio Universitario di Crotone dal 2003 al 2010.
Da Consigliere Regionale della Calabria nella V Legislatura, è stata Presidente della prima commissione permanente affari istituzionali, Presidente di gruppo consiliare per l’intera legislatura, e Membro del Collegio dei Revisori dei Conti del Consiglio Regionale.
In tale veste, ha intrattenuto rapporti con le istituzioni dello Stato di New York dell’Argentina, il mondo imprenditoriale e le federazioni calabresi a Buenos Aires, e ha rappresentato la Calabria agli Stati generali del consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa a Salonicco e alla V conferenza Europea delle elette a Dublino.’AUTRICE DEL LIBRO
Prima firmataria di diverse proposte di Legge tra le quali: “Tutela della famiglia, Promozione di servizi socio assistenziali per minori sottoposti a provvedimenti della A.G., Tutela della maternità delle donne non occupate”, è stata anche amministratrice di diversi Enti pubblici e privati, e Consigliere Comunale al comune di Crotone dal 1983 al 1996. (#pinonano)