PREMIO MOZIA “ALLA CARRIERA”A GIANNI LETTA
di Pino Nano
Festa grande sabato sera,21 settembre, all’isola di Mozia, in Sicilia, siamo a Marsala, per il Premio alla carriera assegnato a sorpresa, e a sua insaputa, a #Gianni Letta, in questa occasione così speciale per la Sicilia, premiato come “giornalista di razza” e indimenticabile Direttore Responsabile de IL TEMPO di Roma, quando il quotidiano romano era uno dei giornali in assoluto più importanti e più influenti d’Italia. Poi per lui è arrivata la politica, lui oggi è uomo chiave del dibattito politico del Paese, ma a Mozia sabato sera Gianni Letta è stato premiato come giornalista per “una vita spesa all’insegna del giornalismo, al servizio della comunicazione, e della crescita sociale del Paese”. Storia la sua di una “Eccellenza” che non è più e solo una Eccellenza Italiana.
Un Premio questo di Mozia che nasce come iniziativa a sostegno di una possibile candidatura dell’UNESCO come “patrimonio dell’umanità”, data la suggestione del paesaggio -dice Rosa Rubino, la giornalista che dirige da 45 anni “Il Vomere”, il più antico periodico di Sicilia- e la bellezza incontaminata dell’isola.
Insieme a Gianni Letta, il “Premio Internazionale Mozia 2024” è andato quest’anno ad altri grandi protagonisti della scena italiana, confermandosi in questo uno dei Premi culturali di massimo prestigio del momento in Italia.
Con il vecchio direttore de Il Tempo, 89 anni meravigliosamente ben portati, sono stati premiati anche, Ibrahim Faltas, Vicario della Custodia di Terra Santa durante il Capitolo 2022, instancabile testimone della guerra in Israele; Rino Barillari, il Re dei fotoreporter italiani che sul palco del Mozia diverta e incanta; gli stilisti DOLCE & GABBANA (vi ricordo che Domenico Dolce è nato a due passi da Marsala) e che al Mozia hanno mandato un loro messaggio video pieno di sicilianità;il famoso orafo delle dive, Gerardo Sacco che qui a Mozia con le sue lacrime e i suoi racconti d’infanzia sulla Calabria ha commosso tutti; l’inviata di guerra del TG1 Stefania Battistini, icona del giornalismo RAI nelle aree di crisi più calde del mondo, ora in Russia e in Ucraina ma pronta per riparire; il prof. Rosario Coluccia, famoso italianista dell’Accademia della Crusca; La Vice Direttrice del TG1 Incoronata Boccia, che insieme a Rosa Rubino è stata la madrina di questa Prima Edizione del Premio; lo scrittore napoletano e “giallista” di grido Maurizio De Giovanni; il prof. Gian Luigi Greco, Guru dell’Intelligenza Artificiale all’Università della Calabria; il grande archeologo italiano Paolo Matthiae; uno dei padri della Cardiochirurgia italiana, il prof. Francesco Musumeci; la psicoterapeuta Maria Rita Parsi; la “regina del salotto televisivo di TELE2000 Paola Saluzzi, accompagnata per l’occasione dal marito Gabriele Romagnoli scrittore e giornalista di grande fascino letterario; e infine l’enologo Marco Stefanini che viene oggi considerato uno dei massimi esperti dei vini italiani nel mondo.
Un parterre, dunque, di grande prestigio che fa di questo Premio- dice dal palco della manifestazione il direttore di Giornalistitalia Carlo Parisi (lui è anche Segretario generale della FIGEC)- un appuntamento solenne per chi in questo nostro mestiere ha dato l’anima e la vita, rinunciando spesso a tutto il resto come nel caso di tutti i colleghi giornalisti premiati”.
La cerimonia del Premio si conclude dunque con la consegna del “Premio Mozia alla carriera” al giornalista e uomo di Governo Gianni Letta.
“La presidenza del premio Mozia 2024, alla unanimità, e senza che lui ne sapesse nulla- spiega Salvatore Lombardo, patron della Manifestazione – ha deciso di assegnare il riconoscimento dell’anno, come Premio alla Carriera, al presidente del comitato scientifico del premio stesso, dr. Gianni Letta, giornalista, avvocato, uomo di governo, e punto di riferimento di mille relazioni istituzionali della storia della repubblica”.
Nella motivazione che Incoronata Boccia, Vice Direttrice del TG1 legge qui a Mozia nel corso di una cerimonia, ricordo, che ha visto presenti le massime autorità culturali e istituzionali siciliane, in testa la Fondazione Whitaker racchiude straordinariamente bene il senso della vita del personaggio e la sua storia pubblica.
Dice: “A Gianni Letta, e alla sua storia. Al suo ruolo istituzionale. Alla sua indipendenza intellettuale e morale che gli ha consentito di mettere a disposizione del paese il suo carisma e la sua ormai proverbiale capacità di mediazione e di collegamento posizioni e stagioni politiche diverse tra di loro. A Gianni Letta, per il suo alto senso dello Stato, e per il grande equilibrio nella sua azione di Uomo di Governo al servizio della Comunità nazionale. A Gianni Letta per l’esempio imprescindibile di serietà e di rigore morale che da 70 anni dà al Paese, nel riconoscimento e nella stima trasversali di differenti versanti della società e della politica”.
Non finisce qui. Lui è molto impacciato, ed è raro vederlo così, ma quando non ti aspetti una “celebrazione” così importante, allora la cosa diventa complicata anche per un intellettuale e un giornalista navigato come lui.
Dietro il Premio a lui dedicato, si diceva sottovoce a Mozia, c’è lo zampino non solo di Rosa Rubino, direttrice de Il Vomere, ma anche quello di Mario Nanni, giornalista parlamentare-scrittore, oggi docente al master che si tiene alla LUMSA di Roma per la Scuola di Giornalismo, ma soprattutto storico Responsabile della Pagina politica all’ANSA”.
“A Gianni Letta- prosegue la motivazione del Premio-, per questo suo eterno sorriso conciliante che dà ai giovani di oggi certezze che altri non hanno saputo dare. A Gianni Letta, che continua ogni giorno, con giovanile entusiasmo e alta abnegazione, con la sua presenza fisica e il suo impegno sociale, a raccontare il Paese nella sua evoluzione sociale e culturale suggerendo di confidare nell’avvenire, in un futuro di pace vera e di concordia sociale”.
E questa invece è la storia che lega oggi Gianni Letta al Premio Mozia. Giornalista e uomo politico come pochi altri, dopo una Laurea brillantissima in giurisprudenza, nel 1958 Letta diventa giornalista e redattore de Il Tempo, assumendone in seguito la direzione. Sarà direttore responsabile de Il Tempo, che allora era uno dei giornali più prestigiosi d’Italia, dal 1973 al 87. Vicepresidente e direttore editoriale di Fininvest Comunicazioni dal 1987, è stato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri nel corso del secondo e terzo governo Berlusconi (2001-2006), incarico in cui è stato riconfermato anche nel quarto Governo (2008-2011). Insignito delle onorificenze di cavaliere di Gran Croce (2002) e di cavaliere della Legione d’onore (2009), oggi lui continua a rimanere protagonista di primissimo piano della vita politica italiana, e punto di riferimento assoluto di intere generazioni di politici e uomini di Governo. Elencare tutti i suoi incarichi – osserva Giuseppe Sciacca, storico regista di RAI1- “significa ripercorrere la storia della Repubblica da cima a fondo”.
Che dire di più? Salvatore Lombardo e Rosa Rubino danno appuntamento ai presenti alla festa di Mozia all’anno prossimo “sempre qui sull’isola”, e Gianni Letta sorridendo commenta “speriamo di poterci tornare, non avendo più però, almeno io, un’agenda lunga da poter rispettare”.
Per lui il 15 aprile prossimo saranno 90 straordinarie primavere. Buon compleanno direttore.(Pino Nano)
LE MOTIVAZIONI DEI PREMI
A GIANNI LETTA
“A Gianni Letta, e alla sua storia. Al suo ruolo istituzionale. Alla sua indipendenza intellettuale e al suo rigore morale, per il suo alto senso dello Stato, e per il grande equilibrio nella sua azione di Uomo di Governo al servizio del Paese”.
A RINO BARILLARI
“Per aver saputo raccontare la storia e la trasformazione del Costume italiano usando semplicemente la sua macchina fotografica. Ma anche per aver saputo raccontare la drammaticità degli anni bui della Repubblica, dai primi aliti del terrorismo alla morte di Aldo Moro”.
A DOLCE & GABBANA
“Ad Aldo Dolce e Stefano Gabbana per aver trasformato la loro linea e la loro visione industriale in un marchio riconosciuto in ogni angolo del mondo. A loro per il legame profondo che li lega ancora alla terra di Sicilia e alla nostra gente.
A STEFANIA BATTISTINI
“Giornalista di grande tradizione culturale, dotata di un senso della professione altissimo, capace di mantenere anche nelle condizioni peggiori delle guerre da lei seguite la serenità di giudizio e la severità dell’analisi necessarie”.
A INCORONATA BOCCIA
“A lei per aver dedicato tutta la sua vita alla ricerca della verità e per averlo fatto con il rigore che è tipico delle donne, e con un senso a volte anche esasperato del pluralismo e della libertà di stampa. Giornalista moderna e di grande fascino.
A ROSARIO COLUCCIA
“A lui per il valore fondamentale dei testi antichi, di storia linguistica medievale e rinascimentale, di italiano contemporaneo, di lessicografia. Autore di quasi 300 pubblicazioni diverse, lo studioso ha contribuito a darci della lingua italiana la visione e la versione più corretta e più aderente possibile ai progetti iniziali dei padri della lingua italiana”.
A MAURIZIO DE GIOVANNI
“a LUI scrittore, sceneggiatore, drammaturgo, autore televisivo italiano, ma soprattutto come autore brillantissimo di romanzi gialli tradotti in inglese, spagnolo, catalano, tedesco e francese”.
A IBRAHIM FALTAS
“A lui per aver trasmesso i valori della fede e della speranza della Chiesa di Francesco in terre difficili e tra popoli che da anni sono in guerra tra di loro alla conquista di una terra promessa.
A GIANLUIGI GRECO
“Maestro innovatore, interprete e traduttore materiale, dei grandi misteri legati all’Intelligenza Artificiale, team leader di un gruppo di ricerca che ha regalato al Paese la consapevolezza di essere oggi noi italiani tra i primi al mondo.
A PAOLO MATTHIAE
“Al grande archeologo e orientalista di cui il Paese deve andare fiero. Le sue ricerche e la sua storia professionale coincidono con le straordinarie scoperte archeologiche di questi ultimi 50 anni in ogni parte del mondo”.
A FRANCESCO MUSUMECI
“A lui ricercatore e cardiochirurgo di altissimo livello professionale, per aver sovvertito gli schemi più tradizionali della cardiochirurgia moderna e per aver saputo osare in nome della ricerca scientifica raggiungendo traguardi eccellenti e che ci vengono invidiati in tutto il mondo”.
A MARIA RITA PARSI
“A lei per aver saputo aiutare migliaia di pazienti a ritrovare la serenità perduta, A lei per aver indagato l’animo umano nelle sue pieghe più misteriose e aver trovato una parola di conforto per chi aveva perso il senso della vita.
A GERARDO SACCO
“Per la straordinaria bellezza dei suoi capolavori orafi, maestro orafo ma anche mirabile protagonista della storia del cinema grazie alla rassegna dei gioielli realizzati per film e attori di primissima fila.”
A PAOLA SALUZZI
“Giornalista e narratrice della vita italiana come poche, per via di una carriera fata di garbo, eleganza, stile e rigore professionale che hanno trasformato tutti i suoi format in programmi di grandissimo successo e ascolto popolare. Una regina della TV moderna”
A MARCO STEFANINI
“A lui per aver studiato, analizzato e vivisezionato le Strade del Vino, A lui che nel mondo è diventato ambasciatore amatissimo dei vini italiani.